Il grande vino del Canavese
Considerando l’estensione culturale ed il valore commerciale dei vini prodotti, l’Erbaluce rappresenta sicuramente il vitigno autoctono principale del Canavese.
Si tratta di un grande vitigno che trova le origini del proprio nome nei caratteristici colori dei suoi frutti i cui acini, in autunno, assumono intensi riflessi ambrati nelle parti esposte al sole. A mezzo secolo di riconoscimento della D.O.C., l’Erbaluce si conferma come un vino che rappresenta la nostra civiltà canavesana, un’eredità di storia, tradizioni e di vicende socioeconomiche.
La necessità di definire i caratteri generali di un terroir specifico dell’Erbaluce, nasce dalla consapevolezza di lavorare con un vitigno molto vigoroso ma allo stesso tempo molto esigente, tanto da non risultare idoneo alla coltivazione al di fuori del proprio habitat naturale.
Il terreno delle nostre colline trova origine da formazioni moreniche che giustificano la ricchezza di elementi diversi per la grande varietà delle rocce dal cui disfacimento derivano.
Ci troviamo in presenza di un terreno acido, carente in calcare e ricco di fosforo e potassio, tutti elementi chimici riscontrabili nei mosti e nei vini.
Sulla base di una temperatura annua che si aggira intorno ai 13°C, la coltivazione su terreni collinari consente un deflusso ottimale delle acque e garantisce il maggior assorbimento di luce solare.
Non dimentichiamo come l’influsso della presenza di una ricca macchia boschiva, consente un equilibrato sviluppo dell’ambiente preservandolo, in modo naturale e biologico, da attacchi parassitari.